Non mi sono mai occupato di vaccini e infatti su questo BLOG non troverete molte informazioni al riguardo. Ma la settimana scorsa mi è capitato per le mani un articolo interessante pubblicato su Medscape , dove gli autori vanno a sfatare 5 false credenze sulle vaccinazioni, portate avanti soprattutto da alcune correnti di pensiero anti-vax.
Ho pensato che fosse interessante darci un occhio e discuterne insieme.
Allora, buona lettura! Ecco a voi le “5 BUFALE SUI VACCINI PIU’ COMUNI”, smontate punto per punto!!!
# BUFALA N° 1: i vaccini non sono più necessari!
Questa convinzione si basa principalmente sul fatto che molte delle malattie infettive per le quali viene ancora proposta una vaccinazione sono considerate delle malattie rare, in via di eradicazione, e comunque non più così gravi come si pensava un tempo. E’ vero che malattie come la difterite e la poliomielite, al giorno d’oggi, sono molto rare nei paesi industrializzati, al punto che anche numerosi medici credono che tali malattie siano ormai eradicate. Ma questo non è vero! Infatti, la sola malattia infettiva che l’uomo è stato in grado di eradicare è il vaiolo, con l’ultimo caso di trasmissione naturale verificatosi in Somalia nel 1977 [1]. Sicuramente, i vaccini hanno permesso di ridurre drasticamente molte malattie infettive gravi come la poliomielite, il morbillo, il tetano, la difterite, la pertosse, la parotite e la rosolia congenita [2-4]. La storia del morbillo ci dice molto sull’efficacia dei vaccini. Prima del 1963, anno in cui è stata introdotta la vaccinazione anti-morbillo, negli USA i casi di morbillo si aggiravano sui 4 milioni/anno, con circa 450 decessi/anno. Nel 2000, il morbillo è stato eradicato dagli USA; ma, successivamente, si sono verificati nuovi casi importati da altri paesi (5). Nel 2015, sono stati registrati ben 159 casi negli USA e nel 45% dei casi i pazienti non avevano ricevuto una vaccinazione e in altro 38% non era noto se fossero stati vaccinati in precedenza [6]. L’aumento delle persone che scelgono di non sottoporsi alla vaccinazione, potrebbe creare molti problemi alla comunità determinando una diminuzione della cosiddetta “immunità di gregge”. Questo tipo di immunità è fondamentale per proteggere quei gruppi di persone più vulnerabili (es. pazienti immunocompromessi) che non possono ricevere la vaccinazione, ma che di fatto vengono protetti dall’elevato numero di soggetti vaccinati presente nella popolazione e quindi da un bassissimo rischio di incontrare individui ammalati [7].
# BUFALA N° 2: i vaccini causano l’autismo!
Questa bufala sui vaccini rappresenta una delle principali argomentazioni portate avanti dalle correnti anti-vax e deriva da una pubblicazione del 1998 su Lancet (Wakefield et.al.) [8]. In questo articolo viene suggerita un’associazione tra la vaccinazione anti-morbillo/parotite/rosolia e l’autismo, sulla base di otto casi. Tuttavia, sono state individuate alcune importanti lacune nell’articolo, comprese le gravi incongruenze metodologiche e i conflitti di interesse dell’autore. Questa controversia ha determinato una ritrattazione parziale dell’articolo nel 2004 [9] e una ritrattazione completa nel 2010 [10]. Inoltre, Wakefield è stato radiato dall’albo dei medici Ingles a seguito di gravi mancanze professionali. Nonostante ciò, la comunità scientifica ha preso sul serio l’articolo di Wakefield e sono state condotte nuove ricerche [12]. Nel 2011, una meta-analisi ha valutato 5 studi di coorte (per un totale di 1.256.407 bambini) e 5 studi caso-controllo (9920 bambini), senza trovare alcuna correlazione tra il vaccino anti-morbillo/parotite/rosolia e l’autismo (odds ratio [OR], 0.84; 95% intervallo di confidenza [IC], 0,70-1,01).
Sono stati inoltre studiati 2 componenti contenuti nel vaccino (thimerosal e mercurio), anch’essi ritenuti possibili cause di autismo [14]. Anche in questo caso non è stata riscontrata alcuna associazione tra thimerosal (OR, 1.00; 95% CI, 0,77-1,31) o il mercurio (OR, 1.00; 95% CI, 0,93-1,07) e l’autismo. Nonostante l’associazione tra vaccino anti-morbillo/parotite/rosolia e l’autismo sia stata smentita, è importante segnalare che tutt’oggi si registrano decessi in soggetti non vaccinati a causa di malattie infettive per le quali era disponibile un vaccino (es. un bambino di 6 anni in Spagna nel 2015 [15], una bambina di 3 anni in Belgio nel 2016 [16]).
# BUFALA N° 3: i vaccini causano malattie autoimmuni!
Il ruolo dei vaccini come causa scatenante di malattie autoimmuni è stato a lungo dibattuto, senza tuttavia mai trovare un fondamento scientifico. L’ipotesi di un’associazione si base prevalentemente su casi clinici [18] che non permettono di ottenere un’elevata evidenza scientifica. Non sono mai stati condotti ampi studi epidemiologici che permetterebbero di avere una maggior evidenza [19]; tali studi, tra l’altro, sono molto difficili da condurre, data la natura e l’eterogeneità dei disturbi presenti nelle malattie autoimmuni.
Esiste una sindrome autoimmune/autoinfiammatoria indotta da coadiuvanti, denominata ASIA, che è stata recentemente introdotta nella classificazione di malattie autoimmuni emergenti (potenzialmente legate a coadiuvanti, cioè a sostanze che migliorano l’immunogenicità di un vaccino)[20]. Nonostante l’enorme interesse che ha suscitato la sindrome ASIA anche nel panorama scientifico, attualmente resta solo una teoria, con criteri d’inclusione molto generali e senza dati clinici sufficienti per attribuirne l’esistenza con certezza [21]. Diversi studi sono andati a valutare, infine, l’incidenza di malattie autoimmuni in soggetti vaccinati e in soggetti non vaccinati: in nessun lavoro è stato dimostrato che i vaccini causino un aumento di qualsiasi malattia autoimmune [22,23].
# BUFALA N° 4: l’influenza è una malattia innocua, per cui la vaccinazione è inutile!
Anche se l’influenza, al giorno d’oggi, è considerata una malattia non severa, occorre ricordare che può essere una patologia estremamente grave in alcuni gruppi di soggetti più “fragili”. L’influenza resta una delle più grandi minacce per la salute pubblica, con 3 pandemie e milioni di morti nel corso del ‘900. Anche più recentemente, durante la pandemia del virus H1N1 (da giugno 2009 ad agosto 2010), si sono verificati più di 18.000 decessi, anche se il tasso di letalità globale era sensibilmente più alto [24]. Le complicanze più severe dell’influenza sono rappresentate da una grave forma di polmonite interstiziale, dall’encefalopatia e dalla miocardite [25]. I soggetti a maggior rischio di complicanze sono quegli individui in cui il sistema immunitario è meno efficiente (anziani, gravide) o in cui coesistono altre condizioni morbose gravi. In queste categorie di pazienti, la vaccinazione anti-influenzale è fortemente raccomandata per ridurre il rischio di complicanze e il rischio di decesso. [26]
# BUFALA N° 5: i vaccini non vanno somministrati in gravidanza!
La maggior parte dei vaccini non solo non è dannosa in gravidanza, ma ne è fortemente raccomandata la somministrazione durante la gestazione. Due vaccini, in particolare, sono davvero importanti per le donne in gravidanza: il vaccino anti-tetano/difterite/pertosse (da eseguire tra la 26-32 settimana nelle donne non precedentemente vaccinate [27]) e il vaccino anti-influenzale. Il tetano, la pertosse e l’influenza sono infezioni che possono creare gravi danni sia alla madre, sia al bambino, e che possono essere prevenute attraverso la vaccinazione. La somministrazione del vaccino anti-pertosse alla madre conferisce una protezione sicura anche al neonato [28]. L’impiego di vaccini inattivati, inoltre, permette di poter vaccinare le gravide in qualsiasi settimana del periodo gestazionale.
Durante il periodo influenzale, le donne in gravidanza dovrebbero essere sempre vaccinate [29]: la sicurezza di tale vaccinazione è stata valutata in diversi studi. In una meta-analisi [30] non è stata trovata nessuna associazione tra la vaccinazione anti-influenzale e malformazioni congenite, in ogni trimestre della gravidanza (OR, 0.96; 95% CI, 0,86-1,07). Anche i vaccini anti-epatite B e i vaccini polisaccaridici anti-pneumococco e anti-meningococco sono stati studiati in gravidanza, risultando anch’essi sicuri se somministrati alle donne gravide [31]. I vaccini-vivi attenuati, come il vaccino anti-virus varicella-zoster e il vaccino anti-morbillo/parotite/rosolia, non sono raccomandati durante la gravidanza e anche 1 mese prima dell’inizio della gravidanza, dato il potenziale rischio di trasmissione del virus al feto. Sebbene studi retrospettivi su donne che hanno ricevuto vaccinazioni con virus-vivi attenuati durante la gravidanza non abbiano dimostrato un maggior rischio di infezione congenita, la somministrazione di tali vaccini continua ad essere controindicato in gravidanza [32-34].
CONCLUSIONI
Nonostante molti studi abbiano dimostrato la sicurezza e l’efficacia dei vaccini, molte bufale e pregiudizi circolano ancora sull’argomento, andando a minacciare seriamente il successo dei programmi vaccinali. Oggigiorno, purtroppo, un numero considerevole di persone rifiuta le vaccinazioni per sé e per i propri figli a causa di queste campagne di disinformazione e di paure infondate [35]. Mentre la comunità scientifica sostiene la ricerca sul raggiungimento di una maggiore efficacia dei vaccini futuri (ad esempio, per l’influenza) e studi sulla immunogenicità dei vaccini, è essenziale che la società civile sostenga i programmi vaccinali per il bene della sanità pubblica.
Spero che l’articolo ti sia piaciuto!
Un abbraccio,
Andrea
Se pensi che l’articolo possa essere utile a migliorare l’informazione sui vaccini e quindi la sanità pubblica, condividolo con uno dei testi qui sotto! Grazie.
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